Il 72% degli utenti nel mondo dichiara di non poter vivere senza smartphone. Il numero medio di sblocchi al giorno è di circa 95 nel 20251. Oggi l’80% degli smartphone sul mercato è equipaggiato con sensori biometrici che facilitano azioni come: pagamenti, sblocco2. Ah, che meraviglia il progresso!
Il tempo rubato
La frequenza media con la quale una persona controlla il proprio smartphone è di circa 11 minuti tra uno sblocco e l’altro. Interessante, no? Pensaci domani quando vorrai controllare se il tuo amico ti ha scritto per la partita di calcetto. Che, poi, si fanno ancora le partite di calcetto?
Da quando accedere alla home è diventato così semplice è ancora più bello stare lì ad osservare le iconcine colorate. Più di qualcuna ha un pallino rosso che ti tenta e, per quanto tu possa pensare di resistere, alla fine cederai alla curiosità. Io lo facevo sempre e lo faccio tutt’ora anche se molto meno.
Pensa se solo riuscissi a portare a 22 i minuti tra uno sblocco e l’altro. Sarebbero già metà degli sblocchi, mica male. Ma perché fare questo percorso di disintossicazione?
Noia: l’amica dimenticata
La cara vecchia amica noia, quella che da bambino detestavi, è in realtà un prezioso alleato che ti consente di far riprendere ossigeno al cervello. Stimoli, stimoli, stimoli ovunque. Per strada con l’infotainment, quando passeggi con lo smartphone in mano, quando sei al pc. Tutto questo perché ci hanno venduto l’illusione che è brutto annoiarsi, che è meglio tenersi produttivi e occupati.
Mentre ti tenevi produttivo e occupato regalavi gigabyte di dati alle multinazionali che li rivendevano per girarti pubblicità cucite al millimetro. Ok, non sempre, penso allo spot per cambiare gestore di energia che si è affezionato a me e si fa vedere ogni volta che apro YouTube dallo smartphone.
In media passiamo circa 4 ore e 37 minuti al giorno sullo schermo dello smartphone, chissà quante altre su tablet e laptop3. Concentriamoci solo su questo dato: fanno più o meno 70 giorni con il nostro rettangolino preferito in mano. Pensa a quante pubblicità visualizzi nel corso della giornata. Tutti soldi che entrano nelle casse di Google, Meta e soci. Di certo non lo scopro io che più sei connesso e più guadagnano.
Questa pervasività ha permesso di creare l’illusione di aver sconfitto la noia. Eppure questo meccanismo aiuta il cervello a creare, a immaginare. Ti è mai venuta un’idea geniale mentre eri occupato a scrivere report o leggere le mail? Difficile, perché i tuoi neuroni sono impegnati in altri compiti4.
E alla fine tutto questo circo a che serve?
Alla fine della fiera ti domandi a cosa serva passare ore a scrollare TikTok o l’ennesimo social inutile. Tempo improduttivo che non fa respirare il tuo cervello e di rado ti arricchisce come persona. Anche io ci casco, mica voglio elevarmi a santone che ha raggiunto l’atarassia, magari. L’unica app dalla quale fatico a staccarmi è YouTube, anche se ho ridotto drasticamente l’utilizzo.
Nel prossimo articolo dedicato a questa tematica ti proporrò un modo per trasformare il tuo smartphone nello strumento più vicino possibile a quello che era all’inizio. Così che tu possa decidere quando utilizzarlo, davvero, senza stimoli esterni.
- https://techrt.com/smartphone-statistics/ ↩︎
- https://www.biometricupdate.com/202501/smartphone-biometrics-are-next-focus-market-in-strategic-pivot
↩︎ - https://explodingtopics.com/blog/smartphone-usage-stats ↩︎
- https://www.mayoclinichealthsystem.org/hometown-health/speaking-of-health/boost-your-brain-with-boredom ↩︎

